Napolitano blocca il Milleproroghe, dubbi di costituzionalità News 22.02.2011
(ASCA) - Roma, 22 feb - Le norme introdotte nel decreto milleproroghe, nel corso dell'esame in Parlamento, per la loro ampiezza e eterogeneita' si pongono in contrasto con la Costituzione.
Questo il rilievo mosso dal Presidente della Repubblica nella lettera inviata ai Presidenti di Camera e Senato e al Presidente del Consiglio. Nella lettera, spiega un comunicato del Quirinale, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha richiamato l'attenzione sull'ampiezza e sulla eterogeneita' delle modifiche fin qui apportate nel corso del procedimento di conversione al testo originario del decreto-legge cosiddetto ''milleproroghe''. Il Capo dello Stato, nel ricordare i rilievi ripetutamente espressi fin dall'inizio del settennato, ha messo in evidenza che la prassi irrituale con cui si introducono nei decreti-legge disposizioni non strettamente attinenti al loro oggetto - spiega il comunicato - si pone in contrasto con puntuali norme della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti parlamentari, eludendo il vaglio preventivo spettante al Capo dello Stato in sede di emanazione dei decreti-legge. Le norme, si legge ancora nella lettera, ''dai contenuti eterogenei e spesso prive dei requisiti di straordinaia necessita' e urgenza'' non consentono a tutte le Commissioni competenti 'di svolgere l'esame referente' richiesto dall'articolo 77 della Costituzione''. Inoltre ''il frequente ricorso alla posizione della questione di fiducia realizza un ulteriore pesante compressione del ruolo del parlamento''.
Poi, occorre evitare che il decreto milleproroghe diventi ''una sorta di nuova legge finanziaria dai contenuti piu' disparati''. ''A mio avviso - scrive Napolitano - non mancherebbero spazi, attraverso una leale collaborazione tra governo e Parlamento da un lato, e fra maggioranza e opposizione dall'altro, per evitare che un decreto legge concernente essenzialmente la proroga di alcuni termini si trasformi sostanzialmente in una sorta di nuova legge finanziaria dai contenuti piu' disparati''. Nella sua articolata lettera Napolitano spiega di essere consapevole che una eventuale richiesta di nuova deliberazione alle Camere del disegno di legge di conversione ''potrebbe comportare la decadenza delle disposizioni contenute nel decreto legge gia' emanato e di quelle successivamente introdotte in sede di conversione''. Il Capo dello Stato suggerisce quindi i possibili rimedi.
Ricorda che ''l'ordinamento prevede la possibilita' di ovviare a tali inconvenienti attraverso sia la regolamentazione con legge dei rapporti giuridici sorti sulla base del testo originario del decreto, sia la riproposizione in uno o piu' provvedimenti legislativi, anche d'urgenza, delle disposizioni introdotte in sede di conversione''.
Inoltre, aggiunge, quando, come nel caso del milleproroghe, la decadenza del decreto e' riconducibile al rinvio del disegno di legge di conversione, anziche' alla mancata conversione da parte delle Camere nei termini stabiliti ''ritengo possibile una almeno parziale reiterazione del testo originario del decreto legge''.
BERLUSCONI ACCOGLIERA' RILIEVI DEL COLLE. STOP ESAME PROVVEDIMENTO
Dopo la lettera di Napolitano ed un incontro col presidente del Consiglio, il Quirinale ha fatto sapere che Berlusconi ha accolto le osservazioni mosse dal Colle sul decreto milleproroghe. ''Nel corso dell'incontro, il Presidente del Consiglio - riporta un comunicato - ha convenuto sulle osservazioni di metodo formulate dal Presidente della Repubblica nella lettera oggi inviata a lui e ai Presidenti delle Camere in materia di decretazione d'urgenza''.
A seguito dei rilievi mossi al governo dal presidente della Repubblica, la conferenza dei capigruppo della Camera ha deciso che l'esame del decreto Milleproroghe verra' sospeso e che la seduta verra' aggiornata a domani.
23-02-2011 00:00
Richiedi una Consulenza