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Sentenza

Prova civile - Consulenza tecnica d'ufficio - Valore probatorio - Esclusione - C...
Prova civile - Consulenza tecnica d'ufficio - Valore probatorio - Esclusione - Consulenza percipiente - Configurabilità - Limiti.
Corte cassazione, sezione III, sentenza 26 settembre 2016 n. 18770
Prova civile - Consulenza tecnica d'ufficio - Valore probatorio - Esclusione - Consulenza percipiente - Configurabilità - Limiti.
Le parti non possono sottrarsi all'onere probatorio a loro carico invocando, per l'accertamento dei propri diritti, una consulenza tecnica d'ufficio, non essendo la stessa un mezzo di prova in senso stretto. Se è consentito al giudice fare ricorso ad una c.t.u. per acquisire dati la cui valutazione sia poi rimessa allo stesso ausiliario (c.d. consulenza percipiente) ciò è consentito purché la parte, entro i termini di decadenza propri dell'istruzione probatoria, abbia allegato i corrispondenti fatti, ponendoli a fondamento della sua domanda, ed il loro accertamento richieda specifiche cognizioni tecniche.

Conformi:
Prova civile - Consulenza tecnica d'ufficio - Valutazione di elementi acquisiti - Funzione di ausilio - Onere probatorio delle parti - Esonero - Esclusione.
La consulenza tecnica d'ufficio non è mezzo istruttorio in senso proprio, avendo lo scopo di coadiuvare il giudice nella valutazione di elementi acquisiti o nella soluzione di questioni che necessitino di specifiche conoscenze, sicché il suddetto mezzo di indagine non può essere utilizzato al fine di esonerare la parte dal fornire la prova di quanto assume ed è quindi legittimamente negata qualora la parte tenda con essa a supplire alla deficienza delle proprie allegazioni o offerte di prova, ovvero a compiere un'indagine esplorativa alla ricerca di elementi, fatti o circostanze non provati.
• Corte cassazione, sezione I, sentenza 5 giugno 2015 n. 13520

 Prova civile - Consulenza tecnica d'ufficio - Poteri del giudice - Valutazione della consulenza - Efficacia vincolante per il giudice - Esclusione - Limiti.
Le valutazioni espresse dal consulente tecnico d'ufficio non hanno efficacia vincolante per il giudice e, tuttavia, egli può legittimamente disattenderle soltanto attraverso una valutazione critica, che sia ancorata alle risultanze processuali e risulti congruamente e logicamente motivata, dovendo il giudice indicare gli elementi di cui si è avvalso per ritenere erronei gli argomenti sui quali il consulente si è basato, ovvero gli elementi probatori, i criteri di valutazione e gli argomenti logico-giuridici per addivenire alla decisione contrastante con il parere del c.t.u.
• Corte cassazione, sezione I, sentenza 3 marzo 2011 n. 5148

Prova civile - Consulenza tecnica d'ufficio - Natura - Consulenza deducente e consulenza percipiente - Differenze.
Se il giudice affida al consulente il semplice incarico di valutare fatti già accertati o dati preesistenti, la funzione del consulente è deducente e la sua attività non può produrre prova; se, viceversa, al consulente è conferito l'incarico di accertare fatti non altrimenti accertabili che con l'impiego di tecniche particolari, la funzione del consulente è percipiente e la consulenza costituisce fonte diretta di prova, utilizzabile al pari di ogni altra prova ritualmente acquisita al processo. In nessun caso, tuttavia, la consulenza tecnica può servire ad esonerare la parte dal fornire la prova che le spetta fornire in base ai principi che regolano l'onere relativo; solo che nel caso di fatti, il cui accertamento richieda l'impiego di un sapere tecnico qualificato, l'onere si riduce all'allegazione, spettando, poi, al Giudice decidere se ricorrono o meno le condizioni per ammettere la consulenza tecnica.
• Corte cassazione, sezioni III, sentenza 22 giugno 2005 n. 13401
Avv. Antonino Sugamele

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