Effetti della notificazione dell'appello principale e sulle conseguenze processuali nei confronti dell'appello incidentale.
Cass. civ., sez. III, ord., 21 novembre 2024, n. 30031
In tema di decadenza dall’impugnazione, la notificazione di un atto di impugnazione, per colui che la riceve, «non consente la legale scienza della sentenza impugnata né la fa presupporre» ed è, pertanto, inidonea a fare decorrere il termine breve di impugnazione.
In una causa relativa alla validità di un contratto di mutuo, la Suprema Corte ha avuto modo di pronunciarsi sulla notificazione dell'appello principale e dei suoi effetti nei confronti dell'appello incidentale.
Nello specifico, i ricorrenti lamentavano che la corte territoriale, dopo aver correttamente dichiarato inammissibile l'appello principale, aveva erroneamente dichiarato inefficace l'appello incidentale da essi proposto, ritenendo che la notifica dell'appello principale costituisca atto equipollente, ai fini della decorrenza del termine breve di cui all'art. 325 c.p.c., della notifica della sentenza, di cui all'art. 326 c.p.c., con la conseguenza che la costituzione, da essi effettuata in data 23 dicembre 2019, sarebbe stata tardiva, in quanto intervenuta oltre 30 giorni dopo il 18 novembre 2019 (data della notifica dell'appello principale) e, quindi, inefficace.
Il ricorso coglie nel segno. La Suprema Corte, infatti, ricorda che «la notificazione di un atto di impugnazione, per colui che la riceve, non consente di per sé sola la legale scienza della sentenza impugnata né la fa presupporre, ed è pertanto inidonea a far decorrere il termine breve di impugnazione»
Cass. civ., sez. III, ord., 21 novembre 2024, n. 30031
25-11-2024 09:38
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